La valutazione del pavimento pelvico è una consulenza dove, almeno io, vado a cercare di capire come sta il pavimento pelvico e com’è la sua vita quotidiana e com’è stata quella passata. Per fare questo faccio circa 1 ora di domande. Si, 1 ora! Faccio domande su:
anamnesi generica su patologie proprie e familiari, sport e attività, cicatrici e traumi, interventi, e tutto quello che può influire sul corpo
alimentazione per capire come starà l’intestino e come potranno essere le feci
mestruazioni: gli ormoni mestruali influenzano molto la salute del perineo, ma anche se ci sono dolori
storia delle gravidanze e dei parti se presenti
un capitolo giallo dedicato alle pipì e uno marrone alle cacche: come cosa quando fuori piove, #teampanchetto e se spingi
come sta la vulvagina ora e nel passato, igiene e secrezioni
tutta la anemnesi sessuale che spesso mi racconta molto sia sulla parte fisica che emotiva di quel perineo
Visito su un lettino da massaggi perchè la posizione ginecologica fa mettere il bacino in una posizione in cui i muscoli si possono tendere ma soprattutto spesso mette a disagio le donne. E disagio = tensioni. Poi chiedo di che colore vogliono i guanti, ho tutte le gamme dell’arcobaleno!
Inizio osservando. Osservo come respira, se il perineo si muove col respiro, i colori, l’aspetto. Chiedo il permesso di potermi avvicinare e se concesso, inizio. Riflessi neurologici, swab test, osservare come contrae.
E poi inizio a palpare esternamente. Con le mani ascolto la tensione dei muscoli da fuori e ne posso sentire diversi, tanto che si può fare una valutazione del perineo senza fare una visita vaginale se non è possibile.
Dopo un nuovo consenso inizio la visita interna con ritmi lenti e senza fretta. E cerco di ascoltare come stanno i vari muscoli, la clitoide, la vescica, l’uretra, l’utero. Se ci sono tensioni, dolori, contratture. E se ci sono prolassi che poi andrò a controllare anche in posizione eretta.
E successivamente richiedo alla donna di contrarre così comprendo meglio come funzionano quei muscoli.
Quanto contrae?
Per quanto tempo?
Sa rilassarli?
E passo alla ispezione anale se la donna e il suo sfintere me lo permettono. Così capisco ancora più cose su come defeca, su come stanno i muscoli in altre zone. E poi in piedi. In tutti questi passaggi spiego alla donna che cosa sento, se lo sente anche lei o cosa sente. E se vuole le mostro tutto con uno specchio, anzi ce l’ha lei in mano così guarda quando desidera. Alla fine mi scrivo tutto sulla mia cartella personale, scrivo tutto sulla relazione clinica che lascerò alla donna (con tanto di disegnini).
Sempre più spesso le persone mi chiedono informazioni su questi dispositivi perchè li vedono in pubblicità dove vengono presentati come la “salvezza” per un perineo incontinente o che non raggiunge orgasmi. A causa di queste pubblicità ingannevoli passa l’idea che questi oggetti siano sufficienti a risolvere le difficoltà e che non serva nè una valutazione, nè un successivo percorso di esercizi o cambiare abitudini quotidiane.
Ecco i prodotti che si possono trovare:
ovetto vibrante: viene inserito in vagina e una volta acceso vibra a tempo. Durante la vibrazione si deve andare a contrarre il perineo
ovetto o sonda con biofeedback: vengono inseriti in vagina e hanno una app che mostra l’intensità e la durata della contrazione. I programmi per gli esercizi sono strutturati: la persona deve contrarre seguendo delle indicazioni sullo schermo, mentre il feedback viene fornito con un effetto visivo, ad esempio, un uccellino che vola quando la persona contrae; oppure è possibile osservare avanzare una forma geometrica che apre e chiude un cancello una volta rilevate le contrazioni o, più semplicemente, si nota saltare una pallina.
dispositivi misti che possono vibrare quando la persona contrae per dare un feedback locale o che comunque possono avere la connessione a una app, al fine di semplificare l’esecuzione di un programma prestabilito e mostrare come si contrae il perineo
palloncino gonfiabile da inserire in vagina: il palloncino può essere gonfiato in base all’ accoglienza della vagina. Può avere o meno un barometro che aiuta a comprendere quanto si sta stringendo.
Limiti di questi dispositivi:
se la persona li acquista e utilizza in autonomia non sa realmente come può stare il suo perineo
se la persona non sa rilassare i muscoli (basta anche avere una sola contrattura perchè ci siano difficoltà a rilassare) può peggiorare la situazione del proprio perineo e non solo
si tendono a mobilizzare solo i muscoli di cui si ha più consapevolezza, ovvero elevatore dell’ano
se la persona non riesce a contrarre per 3-5 secondi e/o ha bisogno di più tempo per rilassare o si stanca dopo 4 contrazioni, i programmi preimpostati non possono essere seguiti da quella persona e questa si potrà sentire a disagio, incompetente, o potrà addirittura peggiorare lo stato di salute dei muscoli, accumulando tensioni nel provare a completare in ogni caso il programma proposto.
la persona che non sa rilassare i muscoli spesso non ne è consapevole
Se ci stavate pensando a questi aggeggi, prendete quei soldi che pensavate spendere e metteteli da parte in un salvadanaio per prenotare una valutazione del pavimento pelvico!
Un’altra cosa che va tanto di moda negli ambulatori della riabilitazione pelvica è la elettrostimolazione funzionale.
Dentro questa categoria ci sarebbero tante sottocategorie. Tra le più conosciute:
SEF: elettrostimolazione funzionale. La sonda (vaginale o anale) o i cerotti, trasmettono impulsi che attivano i muscoli e li fanno contrarre. Non va bene se quei muscoli non si sanno rilassare.
SEF con Biofeedback: attraverso uno schermo la persona può vedere quanto contrae e quanto rilassa, l’esercizio è più consapevole anche se spesso viene associato a una attivazione da parte della macchina
TENS: elettrostimolazione antalgica. La sonda o i cerotti emettono un tipo di elettricità transcutanea che mira a lavorare sui nervi (e in parte sui muscoli) e insegna loro a rilassarsi, calmarsi.
Stimolazione tibiale. Vengono usati dei cerotti/elettrodi da posizionare su punti specifici della gamba, l’elettrostimolazione agisce a livello dei nervi che regolano vescica e retto ed ha ottimi risultati in alcune disfunzioni come vescica iperattiva, incontinenza da urgenza, alcuni casi di dolore pelvico
Se saputa utilizzare e associata ad altre tecniche riabilitative, questa tecnologia può dare bellissimi risultati. Per altre tecniche riabilitative, invece, propongo sempre di modificare abitudini posturali ed esercizi di chinesiterapia.
Ma se viene usata solo l’elettrostimolazione e null’altro le persone riferiscono a volte di avere dei miglioramenti finchè fanno quel tipo di terapia, per poi sentire che tutto ritorna come prima in un secondo momento. Inoltre non andrebbe usata sulle mucose irritate (anche la TENS) e quando viene suggerita per la vulvodinia, dove nel 99% dei casi c’è questa condizione, si possono avere peggioramenti dei sintomi o nessun progresso. In questo caso sarebbe più opportuno usare dei cerotti.
Se un professionista vi propone solo questo come “riabilitazione” pelvica, cambiate professionista!
Altre pratiche proposte sono:
elettroporazione: Un particolare impulso elettromagnetico fa sì che un principio attivo venga assorbito senza aghi per via transdermica, garantendo una più alta concentrazione ed efficacia solo sulle zone interessate. Può non migliorare una situazione di mucose alterate
radiofrequenza: è una metodica non invasiva e non dolorosa che per mezzo di applicatori esterni ed interni capaci di indurre un aumento della temperatura, ripristinano il potenziale energetico delle membrane cellulari e stimolano la produzione di collagene, garantendo così effetti rigenerativi sulla zona interessata fin dai primi trattamenti.
vagy combi: è un dispositivo che ha 3 funzionalità diverse usate separatamente. Può fare biofeedback o SEF normale, elettroporazione e radiofrequenza. Da solo non porta miglioramenti significativi. Le sedute possono avere un costo molto alto e venire proposte a molte pazienti perchè il professionista deve rientrare dell’investimento. Professionisti non adeguatamente formati possono ritenere che sia uno strumento adatto per fare “da solo” la riabilitazione pelvica.
Tecarterapia: è un metodo di cura non invasivo che si basa sull’utilizzo di radiofrequenze in grado di stimolare risposte biologiche nei tessuti, sia superficiali che profondi. Queste onde radio, portate a contatto con i tessuti, generano calore in profondità e stimolano così la guarigione dei tessuti stessi, grazie all’aumento della microcircolazione e alla vasodilatazione.
Magnetoterapia: è una terapia fisica sempre più utilizzata in fisioterapia, inizialmente è stata utilizzata quasi esclusivamente come trattamento per favorire la rigenerazione del tessuto osseo finché, nel corso degli anni, sono stati dimostrati i potenti effetti rigenerativi della magnetoterapia, dovuti ai cambiamenti fisiologici che provoca nell’organismo umano. Quindi è in grado di aiutare lo stato di salute dei tessuti dei genitali e dei muscoli ma non li fa “allenare”. Le evidenze (qua un articolo) riportano qualche buon risultato su incontinenza ma che non dura nel tempo. Può aiutare nella riabilitazione ma solo se unita ai piloni portanti della riabilitazione (modificare abitudini posturali + chinesiterapia). Tra le magnetoterapie meglio quelle che vengono emesse con manipoli guidati da professionista che quelle della poltrona “Dr. Arnold” (che poi, perchè un nome maschile per una poltrona pubblicizzata solo per i perinei femminili?). Quindi diffidate di chi vi propone SOLO la poltrona magnetica per risolvere tutti i vostri problemi pelvici.
Laser: Il laser CO2 agisce con delicatezza sulle pareti della mucosa vaginale attraverso uno scanner apposito, provocando delle microlesioni impercettibili ma necessarie per innescare un processo di neocollagenesi (produzione di nuovo collagene), di riorganizzazione e riequilibrio dei componenti della mucosa vaginale. Può aiutare per l’atrofia delle mucose, ma da solo non risolve le disfunzioni pelviche. Ricordo che un buon percorso di riabilitazione risolve a lungo termine l’atrofia già dai primi 2-3 mesi di esercizi.
I dilatatori vaginali sono stati pensati per andare, nello specifico, ad espandere e creare spazio nelle vagine, inserendo semplicemente appunto un dilatatore, quotidianamente e per un certo periodo di tempo.
In commercio se ne trovano diversi: di solito hanno forme simili e sono realizzate con plastiche rigide.
Personalmente non li consiglio alle mie pazienti, in quanto è possibile riuscire ad arrivare agli stessi risultati in meno tempo grazie al percorso di esercizi per il pavimento pelvico e all’uso di sextoys per la penetrazione, con diametri variabili in base alla accoglienza che offrono quella vagina e quel perineo.
Non mi piace l’idea del dilatatore perchè lo vedo una forzatura; una persona che ha difficoltà con la penetrazione potrà infatti vivere quel momento con negatività, soprattutto se non rispetta i tempi indicati dal professionista. La via del piacere è la stessa via del dolore: se quella persona con la penetrazione prova dolore usando un dilatatore allora potrebbe alimentare la via stessa del dolore e soprattutto non cambiare rapidamente la situazione.
Se la persona invece usasse un sextoy da penetrazione in un momento di piacere, allora:
assocerebbe il piacere all’eccitazione
approfitterebbe degli ormoni della stessa eccitazione che rendono tutto più elastico
non sarebbe una cosa asettica: un prodotto del genere può essere molto più sexy di un semplice dilatatore
Sembrerebbe che le prime palline vaginali nate per tenere tonificato il pavimento pelvico siano nate in Giappone. Dal libro “Geisha” di Liza Dalby si può intendere che le geishe usassero (o usino tutt’ora) queste palline per tenere allenato il loro perineo. Liza restò per circa un anno in una delle case del tè per comprendere meglio la vita delle Geishe così da scriverci la sua tesi e un libro, pubblicato nel 1983.
Non parlando giapponese non ho potuto fare ricerche più approfondite, ma è probabile che loro abbiano molti più dati ed immagini storici. Ralph Fitch ci racconta, verso la fine del 1500, che le trovò in Birmania ed erano in metallo o avorio, spesso usate più dagli uomini che dalle donne. Mentre Francesco Carletti racconta che le trovò anche in Tailandia qualche anno dopo. Tra i reperti più vecchi -o antichi- c’è una stampa datata tra il 1818 e il 1830 che mostra un dildo e delle palline, le rin no tama appunto. C’è anche un kit con vari dildi, guaine ed altri oggetti pensati per il piacere femminile e non solo.
“rin no tama” in giapponese (dicono) significa ‘campanelline tintinnanti’, questo perchè dentro avevano una pallina di metallo che con le oscillazioni sbatteva su una struttura interna fatta a mo di carillon. Quindi emetteva dei suoni simili a quelli delle palle cinesi (anche se quelle attuali producono suono in maniera diversa usando una spirale metallica dove la pallina interna va a sbattere, qua la foto).
Vennero chiamate quindi palline delle geishe! Il termine “Ben Wa” è il nome di un brand che ha iniziato a produrre le palline. Ora come capita di solito, il nome del marchio viene usato per chiamare e descrivere l’oggetto.
Inizalmente erano palline singole, usate singolarmente o due insieme. Solo successivamente per facilitarne l’estrazione hanno aggiunto un filo di seta che le teneva unite.
Tra il 1988 e il 1990, Plevnik ed altri, depositano il brevetto per i coni vaginali. Ovvero dei dispositivi studiati in base alla anatomia femminile per far si che il muscolo risponda in un determinato modo, approfittando della forza di gravità. (qua pure l’articolo su pubmed). I coni avevano 3 pesi diversi ma identica forma, che era in grado di interagire in un modo migliore con il pavimento pelvico.
Tra il 2000/2003 Yvonne Russell brevetta dei nuovi coni che hanno un filo, un cavetto. Questo perchè i coni di Plevnik funzionano quando il peso spinge il cono verso il basso e il muscolo lo deve trattenere per evitare di perderlo per strada. La Russel voleva poter fare gli esercizi anche in altre posizioni, quindi ha messo un cavetto da “tirare” e poter applicare quindi una forza meccanica “attiva” sul cono da abbinare alle contrazioni del pavimento pelvico. A vederli così assomigliano molto alle moderne palline vaginali, ma non hanno molto a che vedere con loro!
Dopo il brevetto di Plevnik la sua invenzione restava protetta per una decina d’anni, quindi chi voleva produrli gli doveva pagare un sacco di soldi. Quindi in pochi li hanno fatti. Ma siccome gli studi sull’uso di un dispositivo -con un peso- sistemato in vagina dimostravano che riduceva l’incontinenza e migliorava lo stato di salute, le attuali ditte hanno ripreso l’idea delle palline delle geishe, cambiato un po’ i materiali e l’effetto della pallina-pesetto interna eliminando i suoni e anzi, cercando di silenziarle foderando la palla metallica con una specie di gomma che ne attutisce i colpi.
Rispetto ai coni vaginali, le palline oscillanti hanno -oltre al peso- una marcia in più, o vibrazione visto che sembrano delle maracas quando le si indossano. Ma per contro hanno la forma che non è spesso quella più adatta alle forme della vagina, del muscoli e al come devono interagire tra loro.
Prossimamente vedremo tutte le forme e le caratteristiche sia dei coni vaginali che delle palline delle geishe, e degli ibridi, si perchè c’è chi ha fuso entrambi i concetti in un nuovo cono-palla oscillante come nuovo passo dell’evoluzione dei dispositivi per allenare i propri muscoli!
Come funzionano le palline e perchè non usarle
Le palline vaginali sono conosciute da molte persone come un metodo facile per allenare e riportare in salute il pavimento pelvico. Pieno di pubblicità, consigli di medicə, ostetrichə, fisioterapistə e altri professionistə che le consigliano come una terapia riabilitativa esaustiva da fare in autonomia.
Di solito le palline hanno un pesetto dentro, tipo una maracas, e hanno dei pesi specifici. Molti pensano che il pesetto che sbatte di qua e di là dentro la palline, una volta inserite dentro la vagina, vadano a stimolare i muscoli a contrarsi. Come se io dessi dei colpi ai muscoli della pancia e loro si contraessero. Per questo suggeriscono di usarle quando si sta in piedi, si va a far la spesa o mentre si fa ginnastica.
Analizziamo la situazione
perineo con disfunzioni, fa contrazioni brevi, il più delle volte non rilassa, può avere incontinenza o prolassi
inserisco un peso non indifferente per i muscoli della vagina
vagina e muscoli non ce la fanno e devono tirare giù le madonne per poter sostenere quel peso
aumentano le tensioni o aumentano i cedimenti
fine storia triste
La cosa più triste è che queste fantomatiche palline vengono suggerite per ogni tipo di disfunzione e come prevenzione. In letteratura ci sono meno di 10 articoli sui pesi vaginali e in questi pochi articoli l’uso che consigliano è come aggiunta ai pelvic floor muscle training, in poche parole assieme ai kegel.
Se un perineo non riesce a fare da solo -senza pesi- una contrazione di almeno 10 secondi (fisiologia) come potrebbe sollevare pure un peso?
Coni vaginali
Il cono vaginale ha un funzionamento diverso. Ha una forma a cono o goccia e funziona perchè quando il perineo sente che qualcosa esce fuori, si contrae. Quindi il cono è progettato per funzionare in piedi!
Sui coni vaginali ci sono almeno 70 articoli scientifici.
Si usano:
in piedi
non più di 5-10 minuti per volta, non più di 30′ minuti quotidiani
solo se hai il riflesso del guardiano
solo se non hai contratture
Quindi, in quanti li potrebbero davvero usare? io ne avrò suggeriti 2-3 quando ancora non sapevo tutto quello che so ora. Ora non li prendo nemmeno più in considerazione.
E ricorda, un perineo “FORTE” (strong) palestrato non è sinonimo di buona salute.
Uova di Giada
Altro oggetto simile alle palline vaginali sono le uova di giada. Le uova vaginali o yoni eggs possono essere di pietre diverse e usate con la cristallo terapia. Molte persone però le usano o vorrebbero usarle come dispositivi per riabilitare il loro perineo.
Solitamente hanno tre taglie: quella più grande e pesante è quella che potrebbe essere sentita meglio da un perineo che non sta bene ma essendo anche quella più pesante potrebbe essere difficile da trattenere o causare più danni.
Queste uova per la loro forma potrebbero funzionare come un cono vaginale ma non avrebbero un peso leggero. Quelle più leggere hanno un volume molto più piccolo e poco percepibile da chi ha disfunzioni.
Gli esercizi specifici per attivare i muscoli del pavimento pelvico che propongo alcune persone potrebbero chiamarli “kegel” perchè effettivamente sono una attivazione precisa dei muscoli pelvici. Attualmente si preferisce usare termini come “pelvic floor muscle training” o chinesioterapia che descrivono più esaustivamente l’insieme di esercizi per la riabilitazione pelvica.
I muscoli del pavimento pelvico sono tanti e molti possono attivarsi singolarmente. Spesso una persona attiva-contrae quelli di cui è più consapevole e spesso sono quelli più vicini all’ano e coinvolgono l’elevatore dell’ano e lo sfintere anale.
Gli esercizi proposti dovrebbero essere adatti allo stato di salute di quei muscoli. Spesso un perineo che ha una disfunzione difficilmente potrà fare una contrazione per più di 2-3 secondi o farne 10-30 di seguito se non sa rilassarsi dopo una contrazione.
E’ per questo che i kegel fatti alla #cdc seguendo indicazioni online o su riviste o dal professionista non adeguatamente formato, potrebbero:
far attivare solo quei muscoli di cui la persona è più consapevole e tralasciare gli altri
danneggiare il perineo se non si sa rilassare
far sentire inadatti se non si riesce a contrarre per più di 1 secondo o se dopo 3 contrazioni non si sente più nulla
farlo attivare senza considerare le sinergie con i muscoli respiratori (diaframma e addominali) e peggiorare la situazione
Se ancora non fosse chiaro da tutti gli spiegoni il perineo fisiologicamente si attivadurante inspirazione e si rilassa durante l’espirazione. Questo abbinamento però può non essere sufficiente alle persone che contraggono per 2 secondi o meno e servono altre strategie che insegno alle mie pazienti durante i follow up o al corso di formazione dedicato agli esercizi.
Spesso vengono usate immagini per aiutare ad avere più consapevolezza e riuscire ad attivare quei muscoli che non si sapeva nemmeno di avere.
La riabilitazione pelvica è un insieme di tantissime cose. Già nel video corso Perineo Felice abbiamo affrontato tante cose essenziali, come sistemare la postura e la respirazione nei vari movimenti della giornata. Quando seguo le mie pazienti queste sono le primissime cose che inserite in un percorso di riabilitazione perché non è sufficiente fare gli esercizi mirati ai muscoli del perineo se non si vanno a cambiare le cattive abitudini quotidiane che incidono negativamente su di esso.
Soprattutto per quanto riguarda la posizione e allineamento del bacino che incide molto su dove scaricano le tensioni e quanto si attivano gli addominali. Quindi se il bacino ha un iperlordosi, il peso scaricherà maggiormente sul comparto anteriore e quindi sulla l’uretra e sui compressori dell’uretra portando in questa zona maggiori tensioni. Stessa cosa poi può capitare per il comparto posteriore dove troviamo lo sfintere anale, quando c’è una ipolordosi o la persona si siede sul sacro e coccige. Se la postura non viene corretta continueranno a esserci queste sollecitazioni negative che non faranno progredire il percorso riabilitativo di quella persona.
Con l’esperienza acquisita e i vari corsi di formazione ho ideato un mio metodo che agisce su più fronti:
aumentando la consapevolezza della persona
togliendo le tensioni lavorando con esercizi mirati, sistemando le vaginosi, migliorando l’equilibrio mestruale
migliorando sulla postura con i mezzi che ho a disposizione e inviando da altri professionisti
ripristinare una corretta respirazione (non si può però respirare bene se colonna e bacino non sono allineati!)
attivando gli addominali corretti e utili sia per la postura che per l’attivazione del perineo
dando suggerimenti pratici per posizioni e stimolazione come anche l’uso di particolari sextoy
con esercizi mirati per attivare e rilassare i vari muscoli del pavimento pelvico
Non è l’esercizio mirato sui muscoli del pavimento pelvico fatti in 5-10 minuti a fare la differenza. La differenza arriva quando il pavimento pelvico e i muscoli agonisti si attivano bene quotidianamente, quindi come risponde con uno starnuto, come risponde quando il corpo si alza dalla sedia o dal letto, quando si piega in avanti o si accovaccia.
Questi sono i veri cambiamenti! Modificare le proprie abitudini quotidiane!
Il vero allenamento è quando il perineo si attiva e si rilassa durante tutti i movimenti del corpo.
La vulvodinia è una patologia ancora molto poco conosciuta e spesso le persone che ne soffrono girano tanti specialisti provando molte terapie che portano pochi risultati. Vulvodinia significa dolore alla vulva. Possiamo parlare di due diverse vulvodinie. Una intesa come neuropatia, laddove lo swab test è positivo (si tocca la vulva con un cotton fioc in punti specifici per verificare se c’è dolore) ma le mucose sono integre, rosee, non irritate, perfettamente sane. E poi c’è la vulvodinia in cui il dolore, i fastidi, il bruciore o la positività stessa dello swab test è data da mucose molto infiammate, arrossate, ulcerose. Questo bruciore si può percepire su tutto il vestibolo e su tutto il clitoride, o in punti specifici. Spesso i tamponi risultano negativi, ma c’è comunque una vaginosi, che si vede dalle secrezioni e dalle mucose che sono evidentemente alterate. Purtroppo i medici osservano poco le mucose e si fermano a “tampone negativo” e questo porta il più delle volte a non curare per anni o a curare una vulvodinia da vaginosi come se fosse una neuropatica, ovvero con antidepressivo. E questi tipi di farmaci non curano una vaginosi! Se invece c’è in corso una vaginosi serve una cura per il microbiota vaginale e per le mucose. Ogni vaginosi ha bisogno di terapie specifiche. Spesso serve anche una riabilitazione del pavimento pelvico che ridurre le tensioni che portano tanti altri sintomi (cistiti post coitali, tenesmo vescicale, stipsi, dolore in profondità) e squilibri ormonali spesso presenti. Prova a passare la carta sulle mucose all’interno delle labbra interne, se brucia e sono rosse probabilmente c’è una vaginosi!
Dalla mia esperienza clinica chi ha ricevuto una diagnosi di vulvodinia spesso ha:
ipertono dei muscoli del pavimento pelvico (muscoli che non si sanno rilassare e che restano tesi) Questo può portare a dolore nella penetrazione profonda, cistiti meccaniche e recidivanti, dolori pelvici, stitichezza, difficoltà con gli orgasmi, non sentire piacere, dolore con eccitazione o dopo gli orgasmi. Serve una valutazione pelvica!
affezioni vulvovaginali prurito, bruciore, rossore. Serve consulenza per microbiota
sintomi che peggiorano in alcune fasi del mestruo Questo perchè il microbiota e i muscoli sono sensibili ai cambiamenti ormonali mestruali che incidono sia sulla qualità del microbiota che sulla elasticità dei muscoli.
muscoli in generale sul corpo che non si sanno rilassare Questo può dipendere da uno squilibrio ormonale mestruale e legati al cortisolo/insulina.
cistiti post coitali Sono causate dal mancato rilassamento dei muscoli compressori uretrali e dell’uretra.
dolore pelvico, che può arrivare dopo movimento, stare troppo in piedi o sedute.
Sicuramente serve un percorso completo che vada, contemporaneamente, a rieducare i muscoli del pavimento pelvico e la postura, ripristinare il microbiota vaginale, riequilibrare ormoni mestruali se presente dolore mestruale o i sintomi sono molto legati alle fasi mestruali.
Ecco cosa puoi fare, sia come visite che nell’attesa!
Per aiutare microbiota vaginale, vescicale e intestinale:
migliorare indice glicemico di quello che mangi! aggiungi più verdure crude prima dei pasti, più verdure, più cereali in chicco, più legumi e in generale più varietà di tutto
Segui Rosa Flocco su instagram e Youtube per sapere quali alimenti aggiungere e come abbinarli
Segui Jessie Inchauspé @glucosegoddes per trucchi per ridurre indice glicemico
fai attività aerobica come passeggiate veloci, ballo, ginnastica aerobica, soprattutto per 10 minuti dopo i pasti!
una consulenza per microbiota
Una valutazione pelvica oppure inizia con il divulvacorso Perineo Felice
riequilibrare ormoni mestruali, aiuterà anche i muscoli tesi
prova un lubrificante a base siliconica. Usalo fino a che la tua vagina non si lubrificherà nel modo adeguato
se hai una vaginosi dovresti praticare sesso sicuro: usa condom per penetrazioni e stimolazione del pene, usa oral dam per stimolazione della vulva, evita i baci. Non di rado compaiono infezioni buccali che vengono ignorate o trascurate
se hai una infezione vaginale cura anche il partner anche se sembra non avere sintomi
se il dolore lo provi da molto tempo sarà anche utile un percorso con psicosessuologhə
Vaginismo
Che cos’è il vaginismo? Spesso passa il concetto che “vaginismo” sia l’impossibilità a avere una penetrazione ma è una cosa più complessa. E’ una fobia alla penetrazione e spesso anche solo a far avvicinare una mano o un pene alla vulva causa molto disagio. Questa condizione va affrontata sia da un punto di vista psicologico che di rieducazione pelvica, perchè i muscoli tendono a chiudersi e non si sanno rilassare.
Spesso però passa l’idea che sia una impossibilità alla penetrazione. Una persona che prova a avere una penetrazione ma non riesce perchè sente “un muro”. Questo è dato da una estrema tensione dei muscoli che non si sanno rilassare.
Per entrambe le situazioni suggerisco una valutazione dei muscoli del pavimento pelvico.
Ecco cosa puoi fare, sia come visite che nell’attesa!
se è presente la FOBIA per la penetrazione, un percorso con psicosessuologhə è OBBLIGATORIO
no al fai da te con i dilatatori. Se già hai fobia inserire dei cosi freddi senza che ci sia piacere potrebbe non aiutare i tuoi muscoli, usa invece dei dildi di varie forme durante la masturbazione anche con una stimolazione contemporanea della clitoride. Devi provare più piacere e non fastidio-dolore
una consulenza per microbiota se c’è anche bruciore o rossore, nel divulvacorso Viva La Vulva lo spiego
Una valutazione pelvica oppure inizia con il divulvacorso Perineo Felice
prova un lubrificante a base siliconica. Usalo fino a che la tua vagina non si lubrificherà nel modo adeguato
La libido è un mix di tante cose. Dipende da come sta il nostro animo, dipende da come sta la nostra parte “relazionale” e dipende molto da come sta l’equilibrio ormonale mestruale. La poca libido può rendere difficile sia la masturbazione che i rapporti di coppia, così come anche mantenere o arrivare al piacere. Se sono presenti altri sintomi collegati a uno squilibrio mestruale o le altre due componenti stanno bene, consiglio una consulenza per valutare l’equilibrio mestruale.
La libido è una entità sconosciuta e non sempre ben descrivibile. È fatta di ormoni e dipende da come stanno gli ormoni mestruali e non solo, anche tanti altri. Spesso la paragono con la fame: – quando hai fame mangi, se hai libido ti masturbi o salti addosso a qualcuno (previo consenso) – non hai fame ma vedi qualcosa di goloso e ti viene fame. Vedi lə tuə partner e ti viene voglia – non hai fame ma ti offrono un qualcosa che ti piace e ti viene fame. Lə tuə partner ti corteggia e ti viene voglia.
Queste tre fami possono essere tutte presenti o mancare alcune. Possono dipendere dagli ormoni, da come stai di umore e da come sta la relazione, se si prendono farmaci (terapia ormonale contraccettiva incide molto eh)
La “fame” la paragono anche alla clito/pene che bussano, quando senti pulsare e sai che cosa vogliono. È questo che sentiamo che spesso porta a farci masturbare, anche quando da ragazzettə non sappiamo cosa sia e a cosa serva. Pulsa. Tocchi e provi piacere, continui fino alla risoluzione 😎. Dellə pazienti che ho, che non si sono mai masturbate o ci hanno provato “giusto per”, quasi tuttə non sentono la clito bussare. Se non bussa come fa a erigersi? Come fa poi a provare piacere? Questə pazientə spesso sono anche anorgasmiche, ovvero MAI provato un orgasmo. Con loro prima dovrò lavorare sulla libido e poi potremmo lavorare sul loro piacere.
Se una persona inizia un rapporto con poca o zero libido avrà poca o zero eccitazione, anche se vuole fortemente quel momento di intimità, proverà poco piacere o nessun piacere e con la penetrazione potrebbe anche avere dolori perché la vagina non collabora, sia con lubrificazione che con elasticità.
Valuta se è causata da:
come stanno le tue emozioni, cosa stai vivendo
come sta la tua relazione, va bene? ci sono difficoltà? sei ancora innamoratə?
la clitoride bussa durante il giorno?
hai qualche sintomo negativo connesso a squilibri ormonali? (leggi capitolo su mestruazioni e menopausa, una menopausa sana non si porta via la libido)
In base a dove senti difficoltà allora sarà il caso di fare un consulto con psicosessuologə o fare una consulenza per squilibri ormonali.
Secchezza vaginale
La vagina e la vulva dovrebbero essere sempre umide (si! pensa a come stai quando la bocca è secca…male no?) e dovrebbero bagnarsi adeguatamente durante tutto un rapporto intimo per poter garantire scorrevolezza e assenza di attrito o bruciore.
La lubrificazione vulvovaginale quotidiana e quella durante l’eccitazione può dipendere da:
salute del microbiota
salute del pavimento pelvico
equilibrio mestruale
presenza di libido per quanto riguarda la lubrificazione durante l’eccitazione
Cerca di comprendere quali sono gli ambiti in cui riscontri sintomi, perineo/microbiota/equilibrio mestruale quindi valuta quale delle consulenze scegliere!
Ecco cosa puoi fare, sia come visite che nell’attesa!
Per squilibri ormonali:
una consulenza per gli squilibri ormonali
migliorare indice glicemico di quello che mangi! aggiungi più verdure crude prima dei pasti, più verdure, più cereali in chicco, più legumi e in generale più varietà di tutto
Segui Rosa Flocco su instagram e Youtube per sapere quali alimenti aggiungere e come abbinarli
Segui Jessie Inchauspé @glucosegoddes per trucchi per ridurre indice glicemico
fai attività aerobica come passeggiate veloci, ballo, ginnastica aerobica, soprattutto per 10 minuti dopo i pasti!
Spesso le disfunzioni legate alla ghiandola del Bartolini sono poco considerate per quel che riguarda i muscoli del pavimento pelvico.
Le ghiandole del bartolini si trovano incastonate nei muscoli dei bulbi della clitoride e il dotto, che porta fuori il liquido che producono durante eccitazione e orgasmi, attraversa questi muscoli. Questi muscoli, durante le fasi del piacere, si contraggono per aumentare il piacere ma dovrebbero anche rilassarsi. Se non si rilassano e restano contratti allora il liquido che è contenuto dentro le ghiandole potrebbe non uscire facilmente causando una infiammazione e in alcuni casi anche infezioni. Per risolvere le bartoliniti suggerisco quindi un percorso di riabilitazione pelvica per rieducare i muscoli a rilassarsi così che le ghiandole si possano svuotare nel modo migliore.
In attesa di una consulenza con me, con le mie allieve o con altri specialisti, puoi:
una valutazione del pavimento pelvico
prendere il divulvacorso Perineo Felice se non trovi nessuno o se c’è troppo da aspettare
massaggia la ghiandola infiammata e muovila, dalle spazio!
in casi acuti senti il tuə medicə per rimedi rapidi per sfiammare