2.2 La struttura interna dei genitali femminili

Anatomia dei genitali interni

Spesso si tende a chiamare “vagina” tutto il complesso dei genitali femminili quando la vagina è “solo” il canale che collega la vulva all’utero.

Deriva dal latino “vagina” che significava “guaina” o “fodero”, un tempo usato per indicare la custodia dove veniva infilata la spada (ogni allusione è puramente casuale!!) quindi qualcosa di cavo da riempire.
Ma c’è pure chi sostiene che derivi da “vas”, “vuoto”.



Cosa c’è dentro la cavità pelvica?

  • genitali femminili (vulva, clitoride, vagina, utero e ovaie)
  • ano e retto
  • uretra e vescica


Inizio a parlarti di quello che solitamente viene riconosciuto per primo nei disegni di anatomia: l’ano, che è molto più complesso di quel che pensi!
Gli sfinteri anali sono almeno due se contiamo grossolanamente i vari muscoli che formano il sistema sfinterale anale:

1. Esterno, il primo che si trova. È come un piccolo elastico sottile e solitamente sta un po’ aperto (rilassato) e che con uno sfioramento o al bisogno si chiude completamente.
Quindi si chiuderà quando un dito o una lingua ci andrà a sbattere contro, ma nessun problema: basta chiedergli il permesso delicatamente e si aprirà!

2. Interno, più ciccioso e presente.Tende a chiudersi quando qualcosa lo attraversa e serve per tagliare e spingere fuori le feci. Tra questo e l’ampolla rettale, dove si accumulano le feci in attesa di essere evacuate, ci sono sensori che dicono se si sta riempiendo di feci solide, liquide oppure di gas. Per questo una penetrazione anale con dita, sextoy o pene può dare la sensazione di doversi scaricare anche in assenza di feci.

Non esistono differenze anatomiche tra femmina e maschio, a livello degli sfinteri anali e dell’ampolla rettale. 

Tutti gli ani – femminili, maschili, intersex, di lesbiche, gay, bisessuali, asessuali, ecc – hanno terminazioni nervose del nervo pudendo che fanno sentire piacere o dolore.



Perché ci sono queste terminazioni nell’ano?

Quando nasciamo non sappiamo cosa sia defecare, che sia utile per evitare l’accumulo di tossine o per prevenire la stipsi. All’inizio la cosa è molto meccanica, quando l’ampolla rettale è piena, manda messaggi per fare aprire prima lo sfintere anale interno così che poi decidiamo di “rilassare” quello esterno quando siamo nel contesto adeguato (sopra un wc ad esempio).

Per invogliare i neonati a rilassare questo sfintere esterno una volta che l’ampolla rettale è piena, la natura ha piazzato questi recettori del piacere così che quando le feci passano, il neonato sente piacere e quindi se lo ricorderà la volta successiva.

Ad esempio, in altri mammiferi la mamma lecca il perineo dei cuccioli, la sensazione piacevole porta ulteriormente l’ano a rilassarsi così da facilitare la defecazione. 
Quindi il fatto di provare piacere non è legato al tipo di genitali che si hanno (femminili, maschili, misti) o al proprio orientamento sessuale. Ma solo a un bisogno insito nel dover evacuare.

Può essere poco produttivo trarre conclusioni sull’orientamento sessuale in base ai punti dove una persona prova piacere.