Geograficamente la vicina prossima del retto è la vagina, che per quasi tutta la sua lunghezza è appoggiata sopra all’ampolla rettale.
La vagina è un canale, un tubo fibro-muscolare e, come tale, allenabile e comandabile. Ha una misura tra i 7 e i 10 cm circa. La parete che guarda l’ombelico è solitamente più corta mentre quella adiacente al retto è più lunga e presenta una specie di fossetta, uno spazio che con l’eccitazione tende ad allargarsi per accogliere il pene e lo sperma in previsione del concepimento.
La vagina se non “usata” resta chiusa per ridurre l’apertura ed evitare un sovraccarico al pavimento pelvico. Se restasse sempre aperta sarebbe più faticoso per i muscoli sostenere il peso degli organi pelvici e addominali e il corretto funzionamento degli sfinteri.
Per questo la vagina si richiude creando delle pieghe e al tatto sembra corrugata. Questa sua caratteristica la rende accogliente, sia alla nascita di un bambino che all’ingresso di peni o sextoys di varie dimensioni.
Nella prima parte, oltre alle pieghe, si presenta rugosa al tatto, e sulla parete che guarda il monte di Venere si può percepire una zona che protrude ed è più dura e zigrinata. Questa zona può rispondere alle stimolazioni gonfiandosi e/o irrigidendosi.
Nella parte più profonda, le pareti vaginali diventano più lisce e uniformi.
Essendo fatta di muscolo e fibre può essere allenata, sia a restare tonica che ad essere elastica, e se non viene stimolata tende a perdere elasticità. Per questo una donna che non ha rapporti frequenti o non si masturba con sextoys penetrandosi, potrà avere difficoltà o dolore e anche una minor lubrificazione, proprio per la perdita di elasticità.
La vagina si forma in un modo buffo, i due terzi superiori più vicini all’utero nascono dalla fusione dei dotti di Wolff, mentre la parte più esterna origina dal seno urogenitale.
I dotti di Wolff sono due, formano le tube e poi fondendosi formano l’utero e la vagina. Se nel processo di fusione qualcosa va storto si creano malformazioni, come l’utero bicorne, setto e doppie vagine.
Grazie a questa doppia origine, la vagina ha diverse sensibilità.
Nella parte più esterna la vagina è innervata dal sistema nervoso periferico “somatico” che si occupa dei muscoli “volontari” ed ha una maggiore sensibilità molto accurata, precisa e localizzata.
La parte più interna invece è innervata dal sistema periferico “viscerale” che regola la muscolatura liscia e le sensazioni sono più imprecise, diffuse e poco localizzabili.
Per questo la vagina sente in modo diverso in base alla profondità dello stimolo: le vibrazioni di un sextoys all’entrata vaginale sono più piacevoli mentre nella parte più interna fanno poco o nulla, dove invece hanno più successo le stimolazioni più grossolane, come i massaggi e le pressioni meglio se localizzate nei punti hot.
Anche per questo i vibratori pensati per la penetrazione hanno la vibrazione concentrata in basso, ovvero quella parte che va a contatto con l’entrata vaginale, e se ben studiati, la parte ideata per andare a stimolare in profondità ha forme specifiche in base al massaggio che si vuole ottenere.
Ragione per cui si dice che le dimensioni del pene in lunghezza non contano: uno di 20 cm potrebbe anche essere fastidioso per molte, mentre un diametro interessante può stimolare bene tutta la superficie della prima parte della vagina.
Ovviamente la questione delle dimensioni è tutta soggettiva e può cambiare da vagina a vagina. Non esistono regole sulle dimensioni se non le proprie preferenze.
La vagina è un canale chiuso in fondo, nulla può andare a perdersi e finire dentro l’addome!
Anche se talvolta può essere difficile recuperare un tampone o una coppetta se finiscono in fondo, non c’è nulla che un po’ di pazienza e respiri rilassanti non possano risolvere e recuperare.
In fondo alla vagina, in mezzo alla cupola vaginale, si trova la cervice o collo dell’utero. Questa ha una consistenza e un aspetto molto diversi dal resto della vagina. Ha la forma di un cilindretto rigido con un buchino che guarda in vagina. Può guardare verso il retto se l’utero è antiverso o guardare in avanti se l’utero è retroflesso. Dovrebbe essere mobile e non far male se la si sposta.
La puoi individuare mettendoti accovacciata o sul bidet in modo che si avvicini all’uscita. Assomiglia un po’ ai pomodori di mare.
La cervice è un tutt’uno con il corpo dell’utero, quindi si orienta in base a com’è orientato quest’ultimo.
Se per caso ci fosse un utero non centrale, la cervice potrebbe non essere proprio al centro ma spostata di lato o essere centrale ma guardare storta a destra o a sinistra. Se fosse così indicherebbe che l’utero non è centrale ma è tirato da un lato o dall’altro. Causa di questo potrebbe essere un bacino asimmetrico o delle contratture asimmetriche del pavimento pelvico.
Se la cervice è poco mobile o senti male a spostarla, significa che è “bloccata” da contratture delle fasce e legamenti che la tengono in posizione. Questo è una delle principali origini dei dolori che si avvertono con le penetrazioni a pecorina, con le ginocchia al petto ed altre varianti che permettono una maggiore profondità della penetrazione.
L’utero è piccolo anche se a volte le sensazioni che dà lo fanno percepire come enorme.
In media sono circa 7 cm per 3-4 cm. Una piccola pera!
È una specie di sacchetto composto da:
L’utero inizia dove finisce la cervice (che può anche arrivare a misurare 5 cm) e la parte centrale si chiama corpo uterino, mentre la parte finale, il culo della pera, si chiama fondo uterino. Non ha proprio una cavità al suo interno, è come se fosse schiacciato. L’utero ha due “corna” che sarebbero le tube di Falloppio o le salpingi. Queste sono dei tubicini che vanno a comunicare con le ovaie attraverso le fimbrie, da immaginare un po’ come delle manine tentacolose che abbracciano le ovaie.
Praticamente le fimbrie si muovono sulla superficie dell’ovaio alla ricerca del punto dove ci sarà l’ovulazione, quindi accolgono l’ovulo che poi farà tutto il suo percorso.
L’utero è un organo mobile, per la precisione, è un organo che deve potersi muovere ma anche restare in posizione, quindi servono degli “attracchi” elastici.
Si muove un po’ con le mestruazioni, quando c’è l’eccitazione si sposta per far spazio alla crescita della vagina (la parte che si ingrandisce e prende il nome di piattaforma orgasmica) e ovviamente con la gravidanza.
Principalmente l’utero è mantenuto in posizione dai legamenti utero-sacrali che lo tengono allineato con il sacro, con i legamenti rotondi uterini che sono delle specie di antennine che partono dal fondo uterino, attraversano i vari strati dei muscoli addominali e una volta usciti vanno a radicarsi sui muscoli del pube e si ramificano sotto le grandi labbra.
Le ovaie sono piccole piccole, a forma di mandorla con misure di circa 1,5 cm x 2-3 cm.
Sono mobili e possono cambiare posizione per finire sotto l’utero, sotto il retto o sotto qualcosa d’altro. Nei tessuti ovarici, dentro i follicoli (sacchettini la cui parete è responsabile della produzione degli ormoni), maturano gli ovuli.
Si pensa che le ovaie possano fare male, in realtà non hanno recettori per il dolore. Può dolere la zona intorno se il peritoneo, fosse iliache e/o scavo del Douglas, si infiammano con il liquido che viene rilasciato con lo scoppio del follicolo con l’ovulazione, o più facilmente i muscoli Psoas e amici che passano di là, proprio vicino alle fosse iliache.
Andando più avanti ancora, troviamo il sistema urinario composto a grandi linee da uretra e vescica, almeno le parti di esso che si trovano nella cavità pelvica (dentro la pelvi).
La vescica è un sacchettino molto elastico composto da muscoli “lisci”, ovvero che fanno tutto in autonomia seguendo gli stimoli del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, che, rilassando i muscoli permette all’urina di riempirla e quando si deve svuotare questi muscoli si contraggono da soli per svuotarla.
Per questo non si dovrebbe spingere per urinare: perché lo stesso stimolo nervoso che fa contrarre la vescica, prima ha stimolato lo sfintere a rilassarsi e ad aprirsi.
Se si va a spingere, aumentando la pressione addominale, è probabile che vada a spingere sullo sfintere chiuso e non è molto salutare. Come non è salutare spingere a fine minzione. Insomma, non si dovrebbe spingere mai!
La pipì esce dalla vescica attraverso l’uretra, un tubicino lungo circa 3-5 cm che quando non serve resta schiacciato su se stesso. Si tende a chiamare “uretra” tutto quello che sta intorno a questo tubicino, ma le strutture presenti sono diverse.
1. Automatico e autonomo, che sta all’uscita della vescica, solitamente sta chiuso fino a che la vescica non avverte il primo segnale di “sono piena”.
2. Uretrale, che anatomicamente sarebbe da scomporre in più pezzi anche associandoci alcuni muscoli del perineo utili a mantenere la continenza, come i muscoli compressori dell’uretra e il muscolo pubo vaginale.
Descrivendolo semplicemente, lo sfintere uretrale è come se fosse un manicotto di muscolo che avvolge l’uretra, un po’ come un tubino nero ben attillato, che interagisce con gli altri muscoli per garantire la continenza urinaria.
Tra uretra e sfintere-manicotto c’è uno strato sottile di tessuto erettile, il plesso venoso di Kobelt: per gli amici “spugna uretrale”. Questo tessuto erettile ricorda il corpo spongioso del pene che con l’eccitazione si gonfia e protegge l’uretra ma anche consente a questa di restare pervia per la fuoriuscita dello sperma. Nella donna ancora non si sa bene se oltre al piacere dato dalla sua stimolazione tattile, serva solo come protezione e a mantenere l’uretra aperta o chiusa.
Si pensa che dentro lo strato spugnoso alloggino le ghiandole di Skene (prostata femminile o ghiandole uretrali e parauretrali). Non si sa ancora a cosa serva questo residuo prostatico nella donna. Da analisi di alcuni secreti della eiaculazione femminile si è visto che può contenere PSA (antigene antiprostatico) e anche per degli studi su cellule cancerose di questa ghiandola, è emerso come il tipo cellulare sia lo stesso del cancro prostatico maschile.
È possibile che il suo secreto contribuisca alla lubrificazione vaginale, durante l’orgasmo, o forse coinvolto solo nella fase di eiaculazione femminile. Ma nulla è ancora dimostrato con certezza!
Ancora una volta i disegni che ci mostrano ovunque non sono proprio veritieri!
L’uretra viene di solito disegnata circa 1 cm sopra l’apertura vaginale, invece si trova molto più sopra, tanto che per questo, secondo me, che alcune donne pensano che l’urina esca dalla vagina.
L’uretra è come se fosse dentro la corona dell’imene. L’imene viene descritto spesso come una membrana, questa parola però ha contribuito a far pensare che l’imene sia una barriera e unito al mito della verginità, del dolore e del sanguinamento, ci ha messe in una brutta posizione.
Pensiamo che sia una specie di sigillo di garanzia che al primo utilizzo con un pene si spacchi e procuri grandi dolori e sanguinamenti.
È un anello fatto di ciccette di mucosa che circonda la vagina, un po’ come un obiettivo di macchina fotografica.
Pochi o pochissimi sono quelli che veramente si rompono o non riescono a rompersi.
Dicono che ancora non si sappia a cosa serva, ma più li guardo durante le visite più mi convinco che questo bocciolo che trovo chiuso quando apro le piccole labbra, serva proprio a proteggere la vagina per evitare che entri roba, d’altronde un tempo non esistevano i vestiti.